domenica 1 luglio 2007

post cumulativo

In giorni in cui sto cercando di scrivere e in sere in cui mangio troppo durante cene che hanno deciso di accavallarsi tutte in un'unica settimana, sto cercando anche di leggere e ascoltare cose nuove, senza troppa fortuna e, a volte, senza troppa convinzione. Mi sembra bello l'ultimo disco dei White Stripes, anche se non l'ho ascoltato davvero con attenzione: a parte "Rag 'n' Bone", ovvero il pezzo più roccherroll che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi. Continuo a farmi picchiare nelle orecchie dagli Shellac, ma con meno frequenza, perchè intanto sono subentrati i White Rabbits, misconosciuti statunitensi che cercherò di recensire sul serio, perchè se lo meritano e perché qui ancora non se li è cagati nessuno. Non che picchino così forte, anzi, ma questa indecisione selvaggia che hanno fra allegria e amarezza me li sta facendo amare moltissimo. Anche Nina Nastasia e Jim White (un duo che mi ha reso presente quanto vivo fuori dal mondo: per me un gruppo del genere risulta quasi sospetto perché mi chiedo, se due così importanti si mettono a fare musica assieme, non sarà solo un modo per far soldi? Poi mi rendo conto che tra chi mi circonda ci sono ben due persone - in tutto - che sappiano chi sono l'una e l'altro) mi stanno piacendo, ma non mi viene naturale sceglierli quando apro iTunes, e questo vorrà pur dire qualcosa.
Leggo "Il custode" di Carmelo Samonà, che già dalle prime pagine mi sembrava meno bello di "Fratelli", e che andando avanti, nonostante alcuni passi abbacinanti, mi fa venire il dubbio se valga la pena fare così tanta fatica per seguirlo. Se in Fratelli, infatti, nel momento in cui la scrittura (più efficace di quella de Il custode) iniziava a mostrare la corda, l'arrivo di una presenza femminile introduceva una Storia in un universo chiuso e immobile, qui la scrittura stanca prima, e una svolta "narrativa" mi sembra meno probabile. Magari lo tengo come libro da treno Pisa-Firenze, in concorrenza con la materia da studio.
Ho finito Sachs, e dubito della mia sanità mentale. Leggo le lettere di "Uomini Tedeschi" di Walter Benjamin, e dubito della mia dirittura morale (non che ci sia molto da dubitare, in realtà).
Ho letto anche "Misery" di Stephen King, e dubito del mio senso estetico.
Lascerò questo post senza una chiusura, perchè la mia religione me lo consente.

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