lunedì 17 dicembre 2007

Paranoid Park (Gus Van Sant, 2007)


Un paio d'anni fa ho fatto l'incubo forse peggiore della mia vita.
In pratica ho sognato che nella vita reale, in un periodo ben preciso, avevo causato la morte di qualcuno: non intenzionalmente, certo, ma colpevolmente sì. Siccome nessuno se n'era accorto, io avevo fatto finta di niente prima di tutto con il mondo e poi con me stesso, rimuovendo, dandomi giustificazioni e scusanti (poteva capitare a chiunque, etc.), riuscendo infine a farmelo passare totalmente dalla mente. Il sogno era il ricordo che riemergeva nonostante la rimozione forzata, e mi costringeva a fare i conti con quel che avevo fatto. Ora: la cosa terribile è che io mi sono svegliato convinto che il sogno fosse davvero un ricordo che riaffiorava, e l'impressione me la sono tolta di dosso solo dopo un paio di settimane in cui ho preso agende, calendari, taccuini e ho analizzato i miei due anni di vita precedenti alla ricerca di un buco in cui quella cosa poteva essere successa sul serio. Forse è stata l'unica volta che sono stato vicino alla psicosi (e tutto per colpa di un panino coi wurstel e crauti, oltretutto).
Il film di Gus Van Sant mi ha colpito innanzitutto perché la situazione del ragazzino è esattamente la stessa: e la sua risposta, così apparentemente indifferente, e i metodi che usa per schiacciare il ricordo e il senso di colpa sono gli stessi di cui io mi accusavo nel mio sogno, e che probabilmente sono quelli a cui farei ricorso in una situazione del genere. Il film di Van Sant ha anche altri pregi, primo di tutto una qualità delle inquadrature e della fotografia eccezionale, dialoghi sempre credibili (che è la cosa più difficile) e personaggi perfettamente delineati e non scontati anche se hanno uno spazio di pochi minuti nella narrazione. E vivaddio non ha una morale, anche se i critici gliela troveranno.
E la colonna sonora poi, è magnifica: soprattutto negli abbinamenti che Van Sant crea con le scene di skating al rallentatore che attraversano tutto il fim, interrompendo il racconto.

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