venerdì 31 ottobre 2008

Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band "13 blues for Thirteen Moons"

Se non e' il disco piu' bello dell'anno, finora questo e' sicuramente il piu' emozionante.
Quattro suite sospese tra folk apocalittico e post-rock, tutte maestose e improbabili da mandare a memoria, anche quando, come nel caso di 1.000.000 Died to Make this Sound, sono costruite intorno a una sola frase ripetuta, sussurrata, urlata, pianta da una voce spiacevole e dolente (Efrim Menuck, che ricorda, in alcuni casi, il miglior Pall A. Jenkins nel periodo dei Three Mile Pilot). Va addirittura meglio nei pezzi, come la title track o la conslusiva Blinblindblind, in cui la struttura e' piu' varia, anche se gli ascolti necessari anche solo a credere di essere riusciti ad afferrare l'andamento delle canzoni crescono di numero: i Silver Mt. Zion non hanno paura di esagerare ne' con le dissonanze delle chitarre, ne' con l'invadenza degli archi e della batteria, e nonostante questo riescono a non perdere la capacita' di giocare sulle sfumature, su continui ed estenuanti crescendo, su climax impossibilmente lunghi. Pezzi rock, fondamentalmente, caciaroni e potenti per quanto raffinati si rivelino anche all'ascolto appena piu' attento, e allo stesso tempo blues perfetti, o almeno tutto quello che puo' essere il blues oggi senza diventare scimmiottatura di se stesso.
Tranne che in Blindblindblind, la piu' dolente e allo stesso tempo l'unica a svilupparsi e a chiudersi con un barlume di luce e di speranza, queste sono canzoni da fine del mondo, da banchetto dei corvi finale, battaglie senza speranza, disperate e bellissime.

(scusate, uno ascolta ste robe magniloquenti e poi gli viene di adattarsi e di abbandonare quel basso profilo a cui da sempre cerca di attenersi)

Rana reloaded /1: Halloween Edition


Finora quella che e' probabilmente l'unica cattolica a leggere questo blog e' stata l'unica a mandare un contributo alla divulgazione di immagini ranesche alternative.

Si tratta di un contributo a cui da grottagliese mi verrebbe anche da rispondere "tanta carne", visto che e' dedicata/ispirata all'ammutinamento (poi sfumato, dato che nessuno si e' proposto) minacciato dai commentatori del presente blog.

Pero' vabbe', l'ho detto e lo faccio, quindi grazie Eli per la preziosa opera e anche un po' tanta carne, ma con simpatia.

Achab! capitolo 9


Di questo Achab! sono incredibilmente fiero, benchè manchi quasi del tutto l'azione promessa la scorsa volta e sia, per la prima volta, quasi privo della figura di R. R.

mercoledì 29 ottobre 2008

rana reload

Per ora la notizia la danno fonti affidabili come questa o inaffidabili come il tgcom (che no, non linko), ma sembra che la direttrice del museo di Bolzano, Corinne Diserens (la paladina della nostra amata e orribile Holy Frog) sia stata infine licenziata (la vendetta e' un piatto che va servito freddo al matrimonio con lo zio, riutilizzando il catering del funerale del babbo).
Il tgcom propende per l'ipotesi di licenziamento in tronco dovuto alla cattiva gestione finanziaria, ma si impongono due riflessioni: 1) se lo sostiene il tgcom e' falso; 2) da quando in qua in Italia si licenzia la gente per cattiva gestione finanziaria?
Quindi: Io intanto ripropongo l'iniziativa malviniana e rido' visibilita' al batrace inchiodato. Poi ne produrro' versioni alternative da donare all'etere. Chiunque sia capace di tenere in mano una penna/matita e voglia fare lo stesso, lo posti sulle sue pagine, o lo invii a frogproduction chiocciola gmail punto com che lo faccio io.
(certo, mi leggete in otto e siete anche pigri, non credo che quetsa forma di protesta avra' grande successo, ma uno ci prova).

calderhol


Non ho potuto fare a meno di rubare questa immagine meravigliosa a Giavasan.

martedì 28 ottobre 2008

l'Affaire Cardano: prolegomeni ad ogni futura riscrittura

(In preparazione alla risistemazione di qualcosa tratto dalla tesi di dottorato, l'unica cosa che si salvera' di sicuro: gli esergo. Un premio a chi trova la criptocitazione di Aldo Busi. Presto: lavori preparatori a una risistemazione cardaniana su questi schermi)


Gli uomini, dal breve destino, scrutano solo una piccola parte della vita
con le loro esistenze, e innalzandosi come fumo dileguano,
solo affidati a quel poco che ciascuno incontra a caso,
mentre vagano per ogni dove....
... il sangue che circola nel cuore, questo è per gli uomini il pensiero
... i nervi ... le unghie...
le lacrime...
il cielo cristallino...
... e la luce proiettata con slancio...
Empedocle, Poema fisico e lustrale

Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili,
dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
Italo Calvino, “Lezioni Americane”

Sono stato un inghiottitore di vite, e per conoscermi, dovrete anche voi inghiottire tutto quanto
Salman Rushdie, “I figli della mezzanotte”

E dopo questa rivelazione uscirono finalmente a pezzo a pezzo i quattro atti felici e il lungo e,
sinora sprovvisto di catastrofe, quinto atto doloroso del dramma della sua vita.
Egli era un vecchio che, all'età di quasi sessant'anni, aveva incontrato in ritardo ciò che nella
tecnica del dolore si chiama la rovina.
H. Melville, Moby Dick, cap. CXII

“Il Gorgia imprecava contro il mondo che impedisce l'azione del filosofo, il Fedone guarda a questo
mondo con una comprensione quasi cristiana e con la coscienza della vanità della lotta e
dell'aspirazione all'agire”
Giorgio Colli, Platone Politico

“Est autem felicitas à sapientia: igitur quicumque felix est, idem est sapiens, non tamen quilibet
sapiens est felix”
GIrolamo Cardano, Parapolimenon De Sapiente

“Sentendo dire da un sofista che la parola è la cosa più potente che ci sia, replicò: «Tu, allora,
quando stai zitto, non vali niente»”
Plutarco, Le virtu' di Sparta

“Perciò occorre non smettere mai, una volta che tu abbia cominciato, di
battere il tamburo e, trasferendo una cosa in altra, fa in modo che sembri che tu
apporti sempre qualche novità, turba, commuovi, scuoti. Per quanto la maggior
parte delle cose sia falsa, pensa che alle cose false si devono tutte le cose
umane, i regni, dico, e ogni potere. Questo è il libro del Prosseneta, non del
retto modo di vivere, della norma divina e del sommo bene”
Girolamo Cardano, Il Prosseneta.

“Only bad rethoric
can improve this world
to the true speech it is deaf”
G. W. Auden, “Shorts”

Perfection, of a kind, was what he was after,
And the poetry he invented was easy to understand;
He knew human folly like the back of his hand
And was greatly interested in armies and fleets;
When he laughed, respectable senators burst with laughter,
And when he cried the little children died in the streets.
(W. H. Auden, Another time, Epitaph on a Tyrant)

“V'è una ginnastica del falso. Un sofista è un falsario, e all'occasione questo falsario
brutalizza il buon senso. Una certa logica sottilissima, implacabilissima, agilissima è al
servizio del male ed eccelle nel maltrattare la verità nell'oscurità delle tenebre. Sono i pugni
sinistri che Satana sferra contro Dio”.
Victor Hugo, L'uomo che ride

“sed et alia tamen duo sunt praecepta ad vitae institutionem:scilicet ut simplicitate
columbas, prudentia serpentes imitemur”
Girolamo Cardano, De sapientia

“niente può essere posseduto, se non con la pura forza”
Girolamo Cardano, Il Prosseneta

domenica 26 ottobre 2008

verbose premesse ad una roba che sto scrivendo in cui chissà perchè metto assieme Baricco e New Italian Epic

Verbose Premesse:
Premessa 0: Niente di quello che scriverò terrà conto dell’intervento “Noi dobbiamo essere i genitori”. Come mi ha detto una sconosciuta con cui mi sono confidato in treno, leggere che Giuseppe Genna avrebbe chiamato Wu Ming 1 subito dopo aver scoperto della morte del padre perchè in preda “ad un’esperienza allegorica soverchiante” fa venir voglia di mettere mano alla pistola (per sparare al computer, intendiamoci, che non farei male ad una mosca, figuriamoci per far del male a WM1, che continua a produrre robe che mi piacciono, o a Genna, che c’ha già un sacco di problemi di suo).
Premessa 1: entrambi gli autori probabilmente si offenderebbero ad essere accomunati. Uno di loro si offenderebbe persino a ragione.
Nessuna intenzione di offendere. Più o meno.
Premessa 2: Parlare male di Baricco lo trovo molto, troppo facile. Che poi sia uno sport così facile che nessuno ritenga valga la pena praticarlo e che questo magicamente si trasformi in una quasi totale uniformità di giudizi positivi su di lui è un’altra faccenda. Comunque, nei limiti delle mie capacità di auto limitazione, cercherò di non parlarne male neanch’io, a questo giro. Non è il momento. Lo so che i post da hater sono quelli che hanno più successo, e sono quelli che spingono le persone a tornare sulle tue pagine, ma non è il caso. Chi mi conosce sa quanto mi costi: per anni il mio disprezzo verso “Next” ha fatto partire periodiche tirate da ubriaco contro di lui. Ma non è questo il momento, credetemi. (e comunque, se proprio volete qualcuno che vi parli male di Baricco, aprite Next e leggete con voce seria la nota su Platone: sarà lui stesso a farlo per me).
Premessa 3: avevo letto il promemoria di Wu Ming 1 (che era, e continua a essere il mio preferito tra i wuminghi) appena arrivato in Scozia, a maggio, ma tra lavoro e ultime limature di straforo alla tesi di dottorato diciamo che la voglia di ragionarci su sul serio non era troppa. Quando poi al testo di WuMing1 si sono aggiunte le voci carmilliane da una parte (da Di Michele in giù, per dire) e primamoresche dall’altro (da Scarpa in sù, diciamo), la cosa mi è sembrata assumere dimensioni così teratologiche da non giustificare la fatica di interessarmene.
In questo periodo, invece, non ho un cazzo da fare, e una scusa per scrivere va bene come un’altra.
In realtà non è vero: mi interessa parecchio, il tema e mi interessa il modo in cui Wu Ming e gli altri stanno cercando di svilupparlo o affossarlo.
Epperò: mentre leggevo la versione 2.0 del promemoria sulla NIE di Wu Ming, e mentre la mia testolina come al solito si opponeva a qualsiasi teoria eteroprodotta, non lo so perché mi continuavano a venire in mente i due o tre capitoli de I Barbari che avevo letto a suo tempo su Repubblica. Uno di essi era quello, pessimo, su Benjamin e Mickey Mouse. All’epoca mi ero - giustamente - opposto all’idea di spendere soldi per la raccolta degli articoli di Baricco, ma ora che ho il potere economico, perchè privarmi di un oggetto fonte di continue invettive alcoliche? Ormai quelle prodotte da Next e da Hegel e le mucche del Wisconsin sono un pò invecchiate, e mi sento a disagio, a performarle ancora.
Comunque: non so perché ma ci sentivo un’aria di famiglia, nei due testi, non fosse che entrambi sono tentativi (per questo piuttosto coraggiosi a prescindere dai risultati) di sistematizzazione, categorizzazione e comprensione di una realtà avvertita (a ragione?) come differente dal passato recente italiano. E non fosse che tutto quel discorso sulla realtà è un discorso in realtà (stringi stringi) riferito quasi esclusivamente a come scriviamo, a come leggiamo e a come vendiamo i libri. Cioè, che Baricco la prendesse molto più larga (e il vino e il calcio e che palle, direi anche) me lo ricordavo, ma alla fine Baricco campa scrivendo libri, dovrebbe essere quello il suo campo specifico di competenza (o di incompetenza, secondo la famosa legge***): il punto, se non di arrivo, almeno di partenza (o viceversa) dovrebbe essere quello, no?
E la stessa cosa dovrebbe valere per WM1, nonostante tutto sto parlare di transmedialità e di oggetti narrativi non identificati e via così. Alla fine, libri sono, o no?
Comunque, mi sono persuaso che parlarne assieme non sia così totalmente fuori luogo: non so ancora dove andrò a parare, ma le doverose premesse ad un discorso che forse non vedrete mai mi sembrava di doverle esplicitare, prima o poi.

***Principio di Peter: In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello d'incompetenza.
Corollari:
    1. Col tempo, ogni posizione tende ad essere occupata da un membro che è incompetente a svolgere quel lavoro.
    2. Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello d'incompetenza.

venerdì 24 ottobre 2008

Tv On The Radio "Dear Science,"


Ok. Se far venire in mente tutti assieme i nomi di David Byrne, Peter Gabriel e Prince e' un difetto, allora questo non deve essere un gran disco. A me fa venire in mente anche quello di Marvyn Gaye, ma magari e' solo una mia fissazione.
Pero': canzoni meno cupe e meno caotiche che nel disco precedente (o sara' che dato che l'abbiamo ascoltato oramai ci siamo abituati?), ma piene di suoni e inventiva e cambi, e su tutto quella voce in falsetto che ogni tanto diventa roca e piu' vera, quando meno te lo aspetti.
Voglia di battere il piedino insieme allo stupore per quello che i tizi che ascolti stanno facendo e scoperta continua di un livello, di un cambio, di un'idea di cui al primo ascolto non ti eri accorto.
E poi, l'Antibalas Afrobeat Orchestra (splendidi gia' da soli) a riempire gli spazi lasciati vuoti da chitarre e voci ed elettronica, e a sovrapporsi dove gli spazi sono gia' presi tutti, e a dare un altro strato di meraviglia ancora a canzoni gia' impegnative.
Funk, dance, rock e un sottofondo oscuro appena piu' dissimulato che negli altri dischi.
Bellissimo.

giovedì 23 ottobre 2008

achab! capitolo 8


L'ho disegnato qualcosa come due mesi fa, ma causa computer morto (e ora risorto! alleluja! alleluja!), è rimasto a prendere polvere nel quaderno degli schizzi. E dire che era nato per essere un episodio di passaggio. Seguirà presto un Achab! con molta azione.

martedì 21 ottobre 2008

documenti compromettenti


alla festa per i dieci anni dello stabile in cui lavoro, ero abbastanza piegato dall'alcool da attraversare, di tanto in tanto, la pista da ballo.

non ricapitera' facilmente.

segue: sfocato documento.

venerdì 17 ottobre 2008

Steven Pinker "The Seven Words You Can't Say On Television"

"La lingua inglese ha accumulato piu’ di ottocento espressioni per la fornicazione, un migliaio per il pene, milleduecento per la vagina e duemila per la donna di malaffare (e uno si chiede come mai la gente faccia tutto ‘sto casino per il numero di parole che gli eschimesi hanno per la neve)"

I responsabili marketing della Penguin hanno vinto.
Hanno vinto perche’ non credo di essere l’unico ad aver comprato (a un prezzo ridicolo, e’ vero) "The Seven Word You Can’t Say on Television", estratto da "The Stuff of Thought" di Steven Pinker, e immediatamente dopo (a un prezzo solo leggermente piu’ alto) il libro da cui quel saggio era stato tratto.
Le sette parole vietate in televisione (Shit, Piss, Cunt, Fuck, Cocksucker, Motherfucker e Tits*) sono il punto di partenza per un saggio bellissimo sul perche’ sacramentiamo (come si puo’ tradurre "swear words"? Bestemmie non sono - non necessariamente - ma neanche "parolacce", eufemismo se mai uno ce ne fu in questo campo) e, soprattutto, sul come lo facciamo.
Non solo Pinker si dilunga su quale parte del cervello usiamo per immagazzinare questo prezioso materiale (il lobo destro, al contrario del linguaggio normale, tanto che di solito gli afasici bestemmiano tranquillamente. Ma il caso piu’ bello nell’intera letteratura medica e’ quello del sordomuto malato di sindrome di tourette che non poteva trattenersi dal bestemmiare in linguaggio dei segni), ma anche sul meccanismo che ci porta a utilizzare certe parole piuttosto che altre. La vecchia giustificazione "idraulica" (sacramento perche’ cosi’ mi sfogo, per rilasciare la tensione, per sbollire la rabbia), si rivela infatti inconsistente di fronte ad un’analisi piu’ approfondita. E’ vero che esiste un circuito della rabbia in tutti i mammiferi che si preoccupa, di fronte al pericolo (o allo schiacciamento di un pollice a causa di un martello) di renderci in grado di reazioni violente e improvvise, ed e’ anche vero che questa reazione porta con se la produzione di versi di minaccia e la soppressione dei freni che di solito si frappongono alle parole taboo, ma non c’e’ ragione per cui ci dovremmo calmare piu’ in fretta dicendo "cazzo" piuttosto che "cappello". Piu’ interessante e’ che probabilmente quei versi, e le swear words da esse discese possono essere alla base del nostro linguaggio, proprio perche’ prime parole nate per avvisare i compagni di branco del pericolo dei predatori. [tra l’altro, ci informa Pinker, i neuroscienziati chiamano l’insopprimibile voglia di sacramentare quando ci accorgiamo di aver sbagliato qualcosa "negativita’ connessa all’errore". Questo in pubblico. In privato la chiamano "L’onda dell’OMMERDA" (the oh shit wave). L’opinione dei neuroscienziati sembra pero’ solo parzialmente vera: la teoria dello studioso Erving Goffman e’ molto piu’ affascinante: quando facciamo una cazzata sbottiamo (ad alta voce) solo per far vedere ad un pubblico immaginario che siamo adulti ragionevoli che hanno perfettamente compreso la situazione in cui si trovano (benche’ non abbastanza intelligenti da evitarla): piu’ o meno come quando lasciamo qualcosa in ufficio o a casa e tornando indietro parlottiamo da soli per spiegare all’umanita’ cosa stiamo facendo.]
La parte migliore e’ forse pero’ quella dell’analisi grammaticale: per esempio la parola "fucking" in "drown the fucking cat"**, che cos’e’? Non e’ un aggettivo (non si puo’ trasformare la frase in "drow the cat which is fucking", "drown the cat that seems fuckig" o "how fucking was the cat you were drowning?"), anche se la posizione e l’utilizzo sono quelli. In "fucking brilliant" invece, e’ usato come avverbio ma non lo e’, perche’ non si puo’ costruire lo scambio di domanda e risposta "How brilliant was it?" "Fucking!". Gli avverbi hanno la caratteristica di modificare gli aggettivi, quindi fucking in questo caso sarebbe solo un sinonimo di "very", ma mentre non si puo’ dire "it’s too very brilliant" si puo’ tranquillamente dire "it’s too fucking.. Etc" (o Bloody, o damn, etc. Sostituire la parola di elezione). Le parole fucking, damned, bl0ody, hanno inoltre la caratteristica di esprimere il punto di vista di chi parla anche se sta riportando l’ opinione o le parole di un terzo (in discorso indiretto). Inoltre, come ha notato l’ottimo Quang Fuc Dong***, l’imperativo "Fuck You!" non e’ un vero imperativo, perche’due imperativi si possono unire se agiscono sullo stesso oggetto (clean and press these pants), ma dire "Describe and fuck communism" non significa moltissimo (ma e’ molto bello e lo usero’, da qualche parte).
Per ottanta pagine dunque si cerca di capire come e perche’ sacramentiamo, si tirano fuori dal cappello espressioni desuete (che faranno molto bene alle mie prossime conversazioni con i colleghi anglofoni) e si fanno elenchi dei modi in cui possiamo dire merda: il tutto con grande serieta’ e piglio scientifico, ma anche con un certo gusto dell’accumulo (se fai il linguista, quante volte ti puo’ capitare nella vita di scrivere un saggio in cui scrivi piu’ volte Shit che Speech?).
Solo alla fine Pinker fa finta di chiedersi se sia giusto usarle, quelle parole: la sua risposta e’: con moderazione, che’ sono preziose e bellissime (e l’autore fa anche un elenco delle espressioni che preferisce, come "pussy whipped", "pissing contest" e l’avviso paterno "keep your pecker in your pocket") e rischiano di sciuparsi****.
La mia preferita, per ora, rimane "screamer-and-creamer" per indicare le donnine a pagamento.
(se seguite il link arrivate al sex-lexis, il dizionario dei termini sessuali. Bellissimo.)



* Queste parole sono proibite anche in radio. Un aneddoto non Pinkeriano, ma secondo me molto bello: il grande bluesman Bob Log III, figlio del batterista Bob Log IV (non e’ un refuso), nel comporre il pezzo simbolo del suo secondo disco ragiono’ cosi: "Quando la gente e’ eccitata a un concerto cosa fa? Batte le mani. Ma se e’ molto eccitata? Batte i piedi. Ma se lo e’ ancora di piu’? Batte le tette, si rispose il bluesman, che campiono’ il suddetto suono e ci fece la base ritmica del suo successo internazionale "Clap Your Tits". Invitato ad un’esibizione in radio, lo speaker avviso’ il nostro eroe che, se voleva cantare il suo piu’ grande successo, doveva censurare la parola tits, proibita in radio. Bob Log III non fece una piega, e canto, in quell’unica occasione, la ben piu’ esaltante "Rub your Clits"".
** Gli esempi di Pinker sono, obbiettivamente, bellissimi.
*** Ovvero il nome di piuma del linguista Jim Cawley negli "Studies out in the left field". Il suddetto e’ autore anche di "Trenta milioni di teorie della grammatica" e di "La guida ai caratteri cinesi per i clienti dei ristoranti".
**** Certo non bisogna esagerare: Norman Mailer nel suo libro sulla seconda guerra mondiale, "The Naked and the Dead" fece dire per tutto il tempo ai soldati "Fug", e quando Dorothy Parker gli fu presentata lei non pote’ che affermare: "Ah, allora sei tu quel tizio che non sa come si scrive la parola FUCK". Grandi donne di cui dovevo innamorarmi.

martedì 14 ottobre 2008

But Woman Never Wing!


Da un passato Achabiano mi e' arrivato questo contributo Ronconiano. Che bello.
(p.s. BUT WOMAN NEVER WING e' stato il murales piu' geniale mai apparso sulle mura della citta' di Pisa. Quando io e Piero Mariella, alla fine, in un caldo mattino di fine estate, capimmo cosa avevamo avuto di fronte per cosi' lungo tempo, fu un momento paragonabile solo all'illuminazione del buddha.)

martedì 7 ottobre 2008

Backside to the Future 7/bis: le Regole dell'Esclusione

In un solo caso la comitiva del gabbiano ostracizzo' esplicitamente -e crudelmente- qualcuno.
Come ci potesse venire in mente di farlo rimane un mistero, dato che eravamo una specie di corte dei miracoli. All'inizio io pensavo che ci distinguesse il fatto che fossimo tutti metallari. Pensavo fossimo l'equivalente giovane della comitiva dei punk (venticinquenni quando noi avevamo quindici anni, e quindi vecchissimi), che io distinguevo per il chiodo, i jeans stretti, le Doc Martens e l'occasionale cresta. In realta' nella percezione medio grottagliese eravamo accomunati da un'aura di sfiga (solo parzialmente immaginaria), che aveva poco a che fare con la mancanza di femmine (quello sarebbe venuto dopo) e con atteggiamenti scomposti nel luogo in cui quelli normali uscivano al massimo per chiacchierare e al limite per impennare col motorino, (ma questi erano, dai 13 ai 15 anni, quelli irresitibilmente fighi, e dopo i 15 anni quelli inesorabilmente decerebrati. Insiemi coincidenti, tra l'altro.). Semplicemente (esattamente come i punk) stavamo li', eravamo immediatamente riconoscibili, disinteressati alle moto e facevamo casino per la maggior parte del tempo.
Io, che ero quello motorizzato perche' abitavo in campagna, avevo il Si'.
L'apoteosi della sfiga, in un periodo in cui quelli fighi avevano lo ZIP (tu pensa).Ma questo era solo all'inizio, che nel corso degli anni la Comitiva del Gabbiano divenne ben altro che la raccolta di tutti i metallari grottagliesi: era uno spazio comodo in cui non si veniva giudicati, se non in quel modo molto brusco che hanno di farlo i maschi quando sono molto amici, e un porto sicuro per chiunque non sapesse cosa fare la sera (e il nucleo iniziale - io, tiziano, luciano, andrew dements, attilio - usciva ogni sera, con qualsiasi condizione metereologica, solo per stare al freddo a dire cazzate tutti assieme).
Per molti anni con noi ci fu Orazio, detto Zoccola: un muratore semi disoccupato che all'ammissione nella comitiva aveva ventisei anni. Orazio era magrissimo e fumava tutto il tempo, ma non ricordo che marca di sigarette. Era zoppo da un piede, Orazio, e ce l'aveva sempre rivolto all'esterno, tipo ballerina che fa il plie'. Orazio ci confesso' ben presto d'essere vergine, fra profluvi di bestemmie. Era stato per anni in Germania, o cosi' sosteneva, e ne era tornato con film porno ivi prodotti, ma non fece mai circolare i suoi beni tra noi. Orazio circolava sempre in bici, e se lo incontravi per strada ti urlava "ZOCCOLA!", incurante della situazione specifica in cui ti trovavi.
Per molti anni ci fu con noi anche Bruno. Bruno aveva ancora qualche anno in piu'. A me sembrava che avesse delle occhiaie spaventose, ma forse era solo l'eta'. Gli mancavano parecchi denti, a Bruno, ed era alto e benche' non grasso aveva quella panza che puo' solo venirti dopo i trent'anni. Bruno vestiva camice ocra o al limite giallo spento. Bruno lavorava e si faceva vedere solo la sera. Non e' mai venuto al mare con noi. non abbiamo mai capito che musica ascoltasse. Ora che ci penso non ha raccontato quasi mai niente di se'. Dava pacche fortissime sulla schiena e si aggregava a quasi ogni cosa facessimo, ma parlava poco e quando lo faceva lo faceva con voce da tenore. Non fumava, sicche' non capivamo il perche' dei denti gialli e radi.
Poi per un po' di tempo ci fu con noi Ciro, che poi e' diventato poliziotto, ma mica di quelli tranquilli, di quelli convinti.
E suo cugino, che lavorava in campagna ed era enorme. Non mi ricordo di che si parlasse fra di noi, ma mi ricordo che eravamo amici.
Alla fine nella comitiva ci poteva entrare quasi chiunque, e' per questo che ancora non mi riesce di parlare di quelli che abbiamo escluso.

Cock & Bald!

L'edizione di quetsa domenica del Sunday Sport era meno bella di quella di domenica scorsa. Peccato.
Le "notizie" principali erano:

1) COCK & BALD (come tradurlo? Cazzo e Calvo? Gallo e Stempiato?) [NB, in terza pagina, sezione cultura]: "Tragedia di un ragazzo con una stempiatura indelicata. Lo sfortunato Russ McAdam pensava che le cose non potessero andare peggio, quando ha iniziato a perdere i capelli. Beh, lo hanno fatto, perche' la sua stempiatura ha assunto la forma di un CAZZO con le PALLE". Il povero ragazzo, racconta l'articolo, deve indossare un cappello tutto il giorno, perche' senno' la gente in giro per strada lo chiama "Dickhead", e non riesce piu' ad avere una vita sentimentale (gia' compromessa dalla normale stempiatura). Il meglio pero' e' l'intervista finale ad uno dei suoi "amici": "Un suo amico ci ha detto: "E' la cosa piu' divertente mai vista. Gia' lo faceva incazzare star diventando calvo, ma la cosa e' molto peggiorata da quando sembra che abbia un pisello gigante disegnato in fronte. Ad essere onesti, la gente pensa che sia una testa di cazzo comunque perche' e' un agente immobiliare, quindi questa e' probabilmente una specie di giustizia divina"".

2) La TV dei bambini e' opera di Satana!: l'articolo presenta le ricerche compiute dal giovane Laurence Montague. Purtroppo lo studioso si e' concentrato su shows prettamente britannici (tipo Postman Pat). Per fortuna si e' dedicato anche a HE MAN che, nonostante abbia una pettinatura da femmina, da tutti viene considerato un difensore del bene: "Ho speso la maggior parte degli scorsi 14 anni nel mio appartamento, guardando episodi di He Man al contrario per trovarci messaggi segreti. Non e' stato facile, ma ne ho trovato uno. Nell'episodio 84, mentre He-Man giace in una fossa, cercando di raccogliere le forze per arrampicarsi fuori, si lascia scappare un ruggito di frustrazione. Rallentate il ruggito e suonatelo al contrario, potrete sentire chiaramente che singhiozzare la frase "GAY IS THE ONLY WAY". Avete capito: GAY".

3) Ho comprato su e-bay il portatile di Bin Laden: l'articolo non dice niente piu' del titolo, ma e' notevole per le foto segrete di Bin Laden, mostrato mentre va all'equivalente inglese di Gardaland (Blackpool), mentre ride facendo la cacca e leggendo il Times, e mentre fa Bungee Jumping.

4) Uomo Gallina escluso dagli aereoplani: "Un uomo di Birmingham e' stato escluso dai cieli perche' i voli in aereo lo trasformano in una gallina [...] Quando supera i 10000 metri di quota, comincia a fare versi e a scagazzare in giro."

Speriamo in domenica prossima.

sabato 4 ottobre 2008

letting Ringo sing a few tunes

Da quando un manipolo di rettiliani ha preso il controllo dei commenti a questo blog, non dormo piu' sonni tranquilli.
Mi chiedo: ma se posto questo, mi diranno che sono superficiale? (E lo sono. E' il fatto che me lo dicano che mi disturba).
Oppure: insensibile (gia' questo mi disturba meno).
Oppure: stupido (questo mi disturba moltissimo, ma ci credo molto meno facilmente).
Oppure: poco talentuoso (Bah. Questo potete anche dirlo. E' abbastanza anni '80 da risultarmi simpatico).
E' per questo che ho gia' cancellato diversi post pronti per essere pubblicati.
Tra questi, uno attualissimo che riportava un meraviglioso scambio di battute in una trasmissione radiofonica dell'aprile scorso: "SPEAKER 1: "I buoni non esistono"; Speaker 2: "Ma noi siamo buoni!" Speaker 1: "Si', ma i buoni morti di fame non contano"".
Ne ho cancellato poi uno in cui segnalavo un illuminante post sul modo in cui le faccine alla fine delle frasi ci consentano per la prima volta nella storia della comunicazione umana di essere totalmente sinceri, limitando gli effetti a livello sociale :
Andate a fare in culo tutti. :D
Ne ho cancellato anche uno in cui parlavo malissimo di tutti i film spazzatura che ho guardato in questo periodo. Il peggiore di tutti era Beowulf, e dire che l'ha scritto in parte anche Neil Gaiman. Ma anche Final Destination era sufficientemente brutto. Poi ho pensato che i rettiliani avrennero sindacato sui miei gusti cinematografici che sono invero orribili, ma non cosi' orribili. E' che sto utilizzando la videoteca del mio gayo landlord, che e' popolata di horror di basso rango e blockbuster da cestone delle offerte al Tesco. Mica mi lamento, eh. Non e' periodo da Bergman, questo.
Volevo anche scrivere sul fatto che a me dello scazzo Syd Barrett/Pink Floyd non mi interesso' mai troppo, che' i primi mi sembravano troppo onesti ingegneri del progressive (non nerds assoluti alla Robert Fripp, quello e' un altro livello) e il secondo un disadattato poetico, e io non li ho mai capiti troppo, quelli taaanto vulnerabili, li capisco e li apprezzo solo quando si fingono eterni e invincibili: Rimbaud e Strindberg si'. Cioran insomma.
E comunque, anche se mai me ne interessai troppo, le 22 canzoni della raccolta di Syd Barrett (3 pounds, da Fopp) stanno allietando le mie giornate oltre ogni piu' rosea previsione, assieme alla Les Claypool Fearless Frog Brigade che rifa' tutto Animals dal vivo. E quindi magari alla fine mi interessero' anche di quest'epica secondaria e triste.Oppure avrei scritto che assieme a questi due dischi, l'unico altro in heavy rotation e' Henry's Dream di Nick Cave, ma li' sarebbe arrivato il solito rettiliano moralista a dirmi che ascolto solo dischi di drogati e io avrei finito per concludere un post citando, una volta ancora, Bill Hicks:

"You see, I think drugs have done some good things for us.
I really do.
And if you don't believe drugs have done good things for us, do me a favor. Go home tonight. Take all your albums, all your tapes and all your CDs and burn them. 'Cause you know what, the musicians that made all that great music that's enhanced your lives throughout the years — rrreal fucking high on drugs.
The Beatles were so fucking high they let Ringo sing a few tunes. "

giovedì 2 ottobre 2008

pop lines

(illuminazioni casuali interpersonali nel rumore di fondo degli ultimi giorni):

"I let her talk. And the more i listened and the more unappealing she became, the more i wanted to get inside her pants, for reason that no one comprehends under heaven"
(Don De Lillo, "Underworld", p.81)

"Now you know how i feel every single day. The world is my lesbian wedding"
(Friends, Chandler a Joey)

"La vita e' un variete'
e u' cazz'e' comm'u' rre"
(Squallor, "U tiempo se ne va")

"The more you change the less you feel"
(Smashing Pumpkins, "Tonight tonight")

"you weren't much of a muse, but I wasn't much of a poet"
(Nick Cave, "There she goes, my beautiful world")

"Dr. Giving Bone, I presume"
(Andrew Davidson, "The Gargoyle")

FUORI TEMA:
"....because you can't name a mountain badly"
(Don De Lillo, "Underworld", p.88)