martedì 29 dicembre 2009

lunedì 28 dicembre 2009

critica contemporanea - RAF vs gli ANNI ZERO, parte prima

Mio padre ha sempre avuto a che fare con le automobili.
Le cambia, le vende e le compra a ritmi vertiginosi. A volte ho pensato che ci facesse qualcosa di simile al gioco delle tre carte: ogni dieci automobili rimesse in circolo, prenderne una gratis, o qualcosa del genere.
A questo giro, per motivi che è lungo e giuridicamente miope stare a raccontare, casa mia è quasi sprovvista di automobili: ce n'è una, e deve bastare per tutti. La cosa, abitando noi in campagna, è piuttosto fastidiosa.
A Natale mi sono ritrovato quindi, come da ragazzino, in macchina coi miei, seduto dietro, a fare il giro dei parenti a cui dare gli auguri.
Principalmente due gli effetti collaterali: 1) le occhiate scambiate con una piacente sconosciuta ad un incrocio mi sono subito sembrate ridicole. 2) ho dovuto ascoltare musica scelta da mio padre.
La seconda delle conseguenze mi ha rivelato che gli anni ottanta, gli anni dell'edonismo furibondo, erano anche gli anni del pessimismo cosmico e della metafisica a tremilalire al chilo.

è stato RAF a illuminarmi in questo senso:

Che vuoto che c'e
la vita cos'e?
e' una gara senza senso e no
siamo soli nell'immenso vuoto che c'e
la vita cos'e?
agnus dei

non ci sarà redenzione per i nostri peccati
e non c'e verità che non vada a pezzi
siamo pazzi siamo dannati
non prendersi mai, ritrovarsi qui distratti e
abbandonati quante stelle nei cellophane
questa notte avvolgerai?
quanti sogni nell'anima
come angeli incontrerai?
non lo vedi? lo sai!
siamo fragili noi

siamo soli nell'immenso vuoto che c'e
soli in fondo all'universo senza un perché

A parte che amo il punto in cui dice, senza alcun motivo plausibile, AGNUS DEI, il contrasto tra il pop innocuo dell'arrangiamento e le aspirazioni stupido-metafisiche del testo mi hanno fatto pensare. I testi attuali, benché parecchio brutti ( ho controllato alcuni testi di Tiziano Ferro, che mi sembra la cosa attuale più vicina a Raf), sono meno metafisici: persino titoli come "Fotografie della tua assenza" e "Assurdo pensare" si rivelano normali canzoni d'amore, senza neanche un po'di quella verve malebranchiana che mi sarei aspettato. In esse il buon Tiziano lamenta l'assenza-mancanza dell'oggetto del desiderio, indistinto quel tanto che basta a garantire la massima commerciabilità del brano e a garantire la non etichettabilità sessuale del suo esecutore-compositore (ma i miei amici gay mi garantiscono che la canzone su Raffaella Carrà non può essere un pas faux, ma è un vero e proprio outing).

Miles Davis diceva che le canzoni dei bianchi hanno fondamentalmente un unico tema, "Hey baby, perché non me la dai?": io sono quasi d'accordo, purché si aggiunga la variante: "Hey baby, sono triste perché non me la dai".

Questa, mi sono reso conto, è la prima chiave interpretativa della differenza tra le canzoni metafisiche degli anni ottanta e le attuali: quelle degli anni ottanta sono canzoni rivolte retoricamente all'ottenimento immediato della copula: la stessa canzone di Raf ha il suo centro nell'esortazione, del tutto avulsa dal contesto

c'e bisogno di una luce quaggiù non lasciarmi
amore almeno tu come me
siamo soli nell'immenso vuoto che c'e
dove sei? come si fa
a resistere in questi momenti?

Come si può notare, tutto il senso del pappone metafisico sta nel far denudare una fanciulla più o meno riottosa (nel GIORDANO BRUNO del 1973, Gian Maria Volontè - credo - nei panni del Nolano usava un discorso di pregnanza quasi identica a quello di Raf per condurre all'orgasmo - MAGIA! SENZA MANI!! - una tizia evidentemente troppo sensibile ai discorsi filosofici***).

I testi a noi contemporanei (quelli di Fabri Fibra compresi, su cui tornerò nei prossimi giorni) sono invece tutti concentrati sul rimpiangere una compagna di letto giustamente volata verso altri lidi.

E' una differenza su cui devo ragionare, ora che l'ho scoperta.
(Continua)



*** Il film l'ho visto il secondo anno di università e quindi, se ve lo state chiedendo, no, non mi sono iscritto a filosofia per poter provare a rifarlo. Anche se ci ho provato.

mercoledì 23 dicembre 2009

Sirius, di Olaf Stapledon




Sirius, il cane maschio senza rischio (cane fischio senza maschio, cane wiskio senza raschio, etc.)

(Per la serie: l'acquisto scemo della settimana. Amore totale per la quarta di copertina, piena di perle: dal (Maschio) tra parentesi all'insinuazione che sì, effettivamente a qualcuno potrebbe venire in mente di mettere in dubbio l'acclarata maestria di narratore del signor Stapledon)

Today the Pond! Tomorrow the world! (piani per conquista di mondo)


(scovato su Badmovies.org , da oggi sito di riferimento per il cinema veramente brutto - mi ci ha condotto infatti la recensione della Storia Infinita III)

martedì 22 dicembre 2009

la funzione civile e politica della critica letteraria

Volevo avvisare le circa sessanta persone che, nel mese di dicembre, sono arrivate su queste pagine cercando il "significato canzone elisa + negramaro ti vorrei sollevare" (o simili chiavi di ricerca) che la suddetta canzone non significa un cazzo.
E con questo, codesto blog è riuscito finalmente ad adempiere agli alti scopi civili e democratici per i quali è stato creato.

martedì 15 dicembre 2009

OPUS, Dai!


Le mura pisane vincono sempre.
Mi piacciono moltissimo:
  • "Gay" corretto in "Finocchi" e il disprezzo per la rime sotteso a tale correzione
  • La creazione dell'OPUS DAI (che chiederei a qualcuno di correggere in DAY)

(courtesy of l'omodellamnemotennica)

lunedì 14 dicembre 2009

Il fallo dell'abate Mouret


Credo che sia il libro più bello di tutta la mia biblioteca, insieme a "Il dilemma di Benedetto XVI" in edizione Urania.
Comprato, con somma gioia, a Pisa, nel negozietto degli Urania e del porno anni '70
(il primo numero della serie PIG con titolo "Generosità pelosa" - o qualcosa del genere - non si schioda più dalla testa)

avere una posizione che si pretenda intelligente quando la pancia ti dice tutt'altro

Non mi va di commentare l'attualità.
Anche perchè quella vocina in fondo in fondo al mio cerebellum che continua a dire "Troppo poco. E troppo tardi" è meglio che stia zitta (anche perché in fondo in fondo, più in fondo della vocina stessa, sono in disaccordo).

lunedì 7 dicembre 2009

mercoledì 2 dicembre 2009

sarà un lavoro lungo e difficile

Avevo detto che avrei commentato qualcosa di Fabri Fibra, ma dopo aver letto tre suoi testi mi rendo conto che è un compito che richiede dedizione e tempo ben maggiori di un semplice post disimpegnato e vago.
L'opera sua contiene infatti ripetizioni, calembour e marinettismi vari che vanno esaminati da una prospettiva più ampia. Ad esempio questa frase, l'unica forse compiuta in un testo fondato sulla ripetizione compulsiva di un ritornello privo di senso, frase riassuntiva di molte filosofie:

"Perchè la donna quando guida sosta però la figa, quando è bella, costa"
(dal capolavoro "Dieci euro in tasca", in "Chi vuol esser Fabri Fibra", 2009)

Devo lavorarci su, insomma.

a bientot

venerdì 27 novembre 2009

true.

The Bad Plus with Wendy Lewis - For All I Care

Il disco in heavy rotation in questo periodo sono i BAD PLUS (più Wendy Lewis, che è una cantante jazz adorabile). Il trattamento da standard cui sottopongono alcune delle canzoni più bellle che io conosca mi sembra estremamente intelligente: qui sotto, in studio, Comfortably Numb. Non ho trovato (e meriterebbe, accidenti) una versione decente di Lithium dei Nirvana.
(è piaciuta, quest'ultima, persino al più nirvanomane e meno jazz oriented dei miei amici maschi)
(delle donne so già che, solitamente, loro, non amano il jazz - mi spiegarono che aveva a che fare con gli assoli, se ben ricordo)


some more love for atheist/paedophile/misogynist Superman







Critica contemporanea /1: "ti vorrei sollevare" di elisa + sangiorgi

A parte che non si sa se nella prima parte della canzone lui cosa faccia/dica per renderla "muta come una primavera", mentre nella seconda prende la mira e spara (con cosa?) a "quell'anima" (quale delle?) che lui ha detto che lei non ha (il tutto, è mia profonda convinzione critica, viene fatto e detto per inserire, due versi dopo "sparire", il fine verbo "sparare").

A parte questo, dicevo, metricamente il ritornello stesso non torna, e questo, l'ho capito anch'io che sono un nerd letterario a cui piace che nelle canzoni venga detta un sacco di roba, e questo, dicevo, può capitare in circa due casi:
1) Sei Bob Dylan e hai un sacco di cose da dire e per quanto tu con le parole sia bravo proprio non ci stanno, nei quattro quarti che sei capace di tirare fuori da una chitarra, oppure:
2) questa canzone ti è venuta proprio male, ben al di sotto - addirittura - delle tue già scarse possibilità.

Ecco il ritornello:
Ti vorrei sollevare
Ti vorrei consolare
Ti vorrei sollevare
Ti vorrei ritrovare
vorrei viaggiare su ali di carta con te
sapere inventare
sentire il vento che soffia
e non nasconderci se ci fa spostare
quando persi sotto tante stelle
ci chiediamo cosa siamo venuti a fare
cos'è l'amore stringiamoci più forte ancora
teniamoci vicino al cuore

Comunque, benchè il testo sia evidentemente venuto male, non è salvato nemmeno da un esigenza di dire QUALCOSA.
Esempi: tutta la lista di quello che lui/lei vorrebbero fare dopo essersi sollevati/consolati/ritrovati vicendevolmente che - sebbene queste azioni non abbiano un senso all'interno del testo - sono ancora azioni comprensibili.
"Viaggiare su ali di carta?" O è un fine riferimento all'amore per la lettura (asssente dal resto del testo e dalla vita dei due cantanti, mi pare) o non si sa che voglia dire.
"Sapere inventare" è incommentabile
"Sentire il vento che soffia" (cosa glielo impedisce?)
"e non nasconderci se ci fa spostare" (che vento è? Bora nera o un qualche tipo di tifone? o è - l'orrore! l'orrore!! - un tentativo di metafora?)
"quando persi sotto tante stelle" (perchè tante? quante? di meno che in altre occasioni? più visibili o è proprio diverso il numero?)
"teniamoci più vicino al cuore" (di chi? del proprio? come si fa a starci più vicino?)

Meno male che in mezzo al ritornello c'è un momento di autocoscienza rivelatrice:
"ci chiediamo cosa siamo venuti a fare "
Ecco. CHIEDIAMOCELO.

giovedì 26 novembre 2009

la canzone nuova di quella neanche poi così pessima e dell'ex torturatore di Modugno

A parte il video che ho visto solo perchè mi hanno detto che faceva ridere e in effetti così è se la canzone non ti triturasse ciò che sono troppo fine per chiamare gonadi, a parte la bruttezza di lui e il fatto che le compaia alle spalle come in cerca di un po' di affetto anale, a parte come entrambi pretendono di ballare sentendosi anche piuttosto fighi e tormentati, a parte il fatto che se si frequentano luoghi con filodiffusione per mezz'ora tocca ascoltarla almeno tre volte, questa canzonaccia brutta, e questo è un buon motivo per evitare del tutto il consesso umano, a parte la voce di lui che accidenti non si capisce cosa gli è successo per emettere dei suoni così antipaticamente inumani, a parte questo, dicevo: MA IL TESTO della canzone di Elisa e del tipo dei Negramaro che non voglio ricordarmi come si chiama, che COSA DICE?
ogni tanto mi vien voglia di fare i post di analisi delle canzoni italiane in circolazione. Ma poi mi dico che non sarei in grado, no no no, qualcosa di così furibondamente privo di senso.
se mi ricapita di ascoltarla entro stasera giurò però che ci provo.

mercoledì 25 novembre 2009

martedì 24 novembre 2009

Show me your genitals


So, why are you sharing all these information with me?

(con questo post su Jan Lajoie potrei iniziare la serie "Casi Umani")
(molto bella la triade: "women are good only for three thing: Cooking, Cleaning ... and Vaginas")

Decision Matrix

E' così che, di solito, ragiono.

sabato 24 ottobre 2009

Poesie in forma di nota /8 - META

C'è una sola occasione (una sola davvero, una soltanto)

E l'ho rimandata a lungo.

È

Che è l'unica occasione in cui i poeti seri

Quelli che ci credono sul serio,

Che con le parole spostano montagne - montagne mentali, magari, magari soltanto loro, ma che si sforzano, che hanno le vene sulle tempie come nei fumetti, alla ricerca di quello che hanno da dire, e di quello che pensano debba esser detto -,

I poeti che le poesie le chiudono quando hanno trovato tutte le parole esatte (mentre io

finisco per non trovarne altre); un'unica occasione (per tornare al verso primo)

In cui i poeti seri esagerano in verbi, verbi finiti;

non

cercano inesorabilmente di sostantivizzare tutto;

l'unica in cui si permettono di dire io senza che segua una parafrasi

Della forma verbale : soffro.

Il momento in cui uno dichiara una poetica. A me,

A parte quello che mi è scappato di già detto,

sembrerebbe un grosso risultato

Non cercare di passare a generalizzazioni ampissime

Dopo aver descritto cazzi miei, o qualche altra piccolezza,

Che solo perché è mia

Non è detto che vi comprenda tutti*.


*(e che davvero, no, spero non vi comprenda tutti)

un nobel mancato



Fantastici.

giovedì 15 ottobre 2009

Poesie in forma di nota /6 - Meditazione Milanese (Prima)

La forma e l'odore di me stesso

Impregnato di dash - distribuito

In proporzioni che offendono mari e laghi e fiumi (ma non me)

Protetto come sono all'improvviso

Dal copertone bruciato che è l'odore del corpo di Milano

Dai milanesi che sono i peli ritti*

Perseguitato dall'idea soltanto tua,

Nostra Signora della Non Penetrazione,

d'essere maschilista in quanto maschio

Oppressore delle omominoranze

Insensibile del tutto - quale pur sono -

E difficile da intendere

Per abuso di ironia malintesa o maldicente [poco cambia]

[ma qui prendo le difese di me stesso:

Attacco e non arranco,

Arringo:

Non c'è peggior cretino - offesa

Probabilmente non intesa -

Di chi proprio non ce la fa a capire]

[Come se dovessi spiegarti

La sensuale mistica del tetris:

Il piccolo orgasmo videoludico

Il piacere in suoni in multipli di otto

Della T che scopa

File e file di altri mattoncini]


*(goose bump sempiterna di questa città, ritti tutti:

Fuorché vicino alla stazione:

Che sono i peli del cazzo di Milano, o quelli intorno all'ombelico)

mercoledì 14 ottobre 2009

Ultimate Violence!






Angel Densetsu, nonostante sia stupidissimo (o forse proprio per questo) è il mio fumetto dell'anno. (la sequenza qui sopra, al capitolo 60, che già è un miracolo, che io su un soggetto del genere sarei arrivato neanche a pagina 4, si trova qui)


domenica 11 ottobre 2009

Incubo del giorno /9

(Nota: sognato mentre grazie al Vivin C sfebbravo una leggerissima influenza o un devastante raffreddore)

Un palco di un megaconcerto rock. Vestito di bianco, con una veste che gli arriva sino ai piedi ma che svolazza e lascia vedere i pantaloni di pelle bianca indossati al di sotto, con i capelli bianchi tenuti su dal gel e una chitarra Flying V a tracolla, Papa Ratzinger suona un qualche anthem cattolico.
Ma il pubblico non è lì per lui.
Dal palco parte una passerella che si sporge sulla folla. Da dietro le quinte arriva il vero protagonista dell'evento. Su una sedia a rotelle, vestito d'una tonaca bianco/argento, gli occhi protetti da occhialini da sole tondi, papa Woytila fa il suo ingresso sul palco. Il suo corpo e il suo volto sono immobili, io nel sogno mi chiedo "Ma allora è morto o no?"; la pelle lucida sui lineamenti duri e ieratici ha, vicino alla fronte e lungo le guance, segni di cicatrici che assomigliano a saldature.
La gioia del pubblico esplode, assordante.

giovedì 8 ottobre 2009

BLEK!



Nella mia brevissima discesa alla Casa Del Padre, ho scoperto di avere un cane che ride: costantemente.
(Si vedono persino i miei piedi e i miei calzini smangiucchiati, in una delle foto: questo per i miei lettori Piedofili, che spero sempre di avere).

martedì 6 ottobre 2009

trovarobato, secondo


altro metodo diffusione: appendere pezzi di carta smangiucchiati alle porte della metro rossa
Questo è più animalista, mentre il precedente era dedicato alla politica estera: una sommaria analisi grafologica indica perpetratori differenti, infatti.

(sempre domenica, ma nel pomeriggio)

(Fotografarli sul mio taccuino Divinas Palabras è stato un bel gesto, o no?)

trovarobato, primo



la strategia della disseminazione dei memi si fa in modo del tutto artigianale, qui a Milano: per esempio lasciando fogliettini per terra, e sperando che convincano un passante, almeno uno.

(in via Vitruvio, domenica intorno a mezzogiorno, riprodotti fronte-retro)

lunedì 5 ottobre 2009

bambini che corrono

Durante il lungo weekend ho perso un pò di slancio per il post che avevo in mente di scrivere su Baarìa: è che sabato su Il Foglio c'era un delirante articolo di Pietrangelo Buttafuoco in cui si parlava della sua protagonista nelle prime cinque righe e nelle ultime tre (su un totale di circa 200): otto righe complessive in cui si sosteneva che siccome tale attrice è molto molto bella allora con la sua bellezza redime tutte le donne italiane insozzate da squallide storie di escort e riporta in auge il concetto di CONQUISTA, che, checché ne dica Vendola, è una cosa buona e maschia e d'altri tempi e persino Scalfari è un tombeur de femmes, e allora che rompete il cazzo a fare al povero Premier? (NB: la pagina a fronte di quella contenente questo articolo era dedicata al tema delle concubine in Cina, onde mostrare la necessaria e fisiologica interrelazione di Zoccole e Politica persino nei grandi imperi, anzi, più grandi sono gli imperi più grandi sono le zoccole. Il modo in cui vengono assemblati gli articoli de Il Foglio fa piuttosto ridere, in effetti.).
Comunque, se lo trovate on line leggetelo, quell'articolo di Buttafuoco, ci sono tutta una serie di connettivi logici (e- dunque - perciò - infatti) usati in senso contrario o discordante rispetto a quello della lingua italiana comune ai più, soprattutto nella parte finale dedicata al sentire che è connessa al baciare e al lacrimare e ai nasi e al fatto che si bacia a occhi chiusi e che se uno c'ha l'occhi aperti allora è FALSO ed è uno dei cattivi delle telenovelas.

Comunque, volevo dire che siccome fino al 30 settembre lavoravo in un posto con internet bloccato mi sono perso tutto il bailamme sul perchè si dovesse andare o meno a vedere l'ultimo film di Tornatores (non ho posto per entrambi i registi, urge una crasi), ma nonostante io mi sia perso tutto è bastato che una mia ex collega mi rivelasse che il film è pieno di bambini che corrono e a un certo punto prendono il volo e poi alla fine corrono di nuovo. E io qui lo ripeto: io me lo ricordo benissimo, quando ero piccolo io correvo solo per andare in un posto, per fare le corse, per sfuggire ai malvagi, per sfuggire ai negozianti cui avevo rubato cose di poco valore e/o perché mi annoiavo a camminare per arrivare in un posto in cui volevo essere prima.
I bambini che corrono nei film sono motivo sufficiente a impedirne la visione: me lo ha svelato Romanzo Criminale, trasformato da Placido in una roba sentimentale, e no no no, Portella delle Ginestre tra due scene coi bimbetti che corrono proprio non ce la voglio vedere.
Fine della non recensione.

mercoledì 30 settembre 2009

il quadrato costruito sull'ipotenusa

Ultimo giorno del vecchio lavoro: meno traumatico dell'ultimo giorno all'IBM, ma tristarello come sempre, per quanto questa volta non ci sia la disoccupazione (immediatamente) all'orizzonte.
Volevo scrivere un post sulla mia mancata visione di Bàaria (a causa della presenza al suo interno di bambini che corrono), ma rimando a domenica almeno, che stasera parto per la Casa del Padre, e per ben tre giorni almeno sarò staccato dalla rete. (con me, la seconda serie di True Blood, Infinite Jest - di cui ho raggiunto pagina 640 circa, due quaderni di cui uno del tutto vuoto, le scarpe per correre).
a domenica,
dal vostro momentaneamente inoccupato
Cecco Palagnocco
(di cui risentirete parlare, eh.)

lunedì 28 settembre 2009

pochissima pietà per i tristi cantanti di mezza età

Siamo tutti d'accordo, la MORTE non si augura a nessuno nessuno, però TUTTE le malattie spiacevoli e spiacevolissime ma non mortali (dallo scolo, alla sifilide, all'herpes genitale, alle emorroidi, per continuare col mal di denti, il mal di schiena, il mal di testa, e per finire con l'epatite alfabetica, dalla a alla zeta comprese semivocali, umlaut, e consonanti con i segni buffi sopra), VASCO ROSSI se le merita, tutte assieme, che non gli diano pace, che nella solitudine del dolore si deve chiedere che cosa ha fatto di male (che cosa ha fatto di male ancora), e poi si deve finalmente rivolgere ai poteri superni, a Dio o chi per Lui e quando finalmente riceverà una risposta, la voce profonda che gli risponderà gli dirà "NA-NA-NA'".

Mi rifiuto di incorporarla, la "cover" che Vasco Rossi ha fatto di Creep dei Radiohead. Che fa NA-NA-NA, a un certo punto, perché con NA-NA-NA fa rima tutto e si interroga sul fatto che LEi giustamente gli farà le corna, e giustamente non si pentirà mai.

Vi metto il LINK

Che a me i Radiohead di Pablo Honey non mi piacciono neanche, e per Creep non c'ho mai avuto la passione adolescenziale di quasi tutte le femmine che conosco, però qui è come se a Baricco gli venisse in mente, che so, di riscrivere l'Iliade.

venerdì 25 settembre 2009

Rock, Paper, Scissors, Lizard, Spock!

Su imbeccata di Elisabeth sono alla ricerca della terza serie di The Big Bang Theory. Intanto, una delle mie scene preferite di sempre.

di leninisti, tifosi e tizi che si dice facciano all'ammore mantenendo sempre la stessa espressione.

dopo una serata passata a chiacchierare con due quasi-ex-colleghe, scopro che (1) in luoghi di lavoro chiusi ma non limitati (e.g.: un centinaio di persone) anche le persone più improbabili riescono a sembrare sessualmente appetibili a una buona percentuale dei rappresentanti del sesso opposto (o dello stesso, se è il caso) e (2) esistono comunisti-leninisti che lottano notte e dì per la rivoluzione, che sacrificano lavoro e fidanzata e il sesso orale ch'ella continuamente offre solo per avvicinare il momento in cui ci sarà la rivoluzione, e che contemporaneamente tifano Milan e Valentino Rossi. (No. Non ho fatto domande sui gusti musicali, non me la sono sentita). Ci sono più cose in cielo e in terra.....

martedì 22 settembre 2009

(post in cui non resisto alla tentazione di parlare male de Il Foglio di Ferrara)

Durante la mia breve ma scintillante carriera nell'editoria quasiporno *, il mio datore di lavoro d'allora, un bibliofilo ex maestro di scuola ex risponditore di quiz ex pollicultore il cui maggior pregio era una biblioteca che gli occupava due piani d'una villa e in una delle cui sale aveva pensato bene di installarci un letto a due piazze in cui diceva di essersi bombato delle attempate e famose astrologhe, il mio datore di lavoro d'allora, dicevo, mi trasmise un unico vizio, vale a dire la lettura del Foglio il lunedì mattina.
Ero più puro di adesso, a quel tempo, e percepivo la destrità del gesto: ma quello zibaldone dei giornali della settimana precedente mi divertiva, e per un po’ ho seguitato a farlo.
Solo molto tempo dopo, quando già ero meno puro, mi convinsi a dare una possibilità al Foglio del sabato che, se allora come adesso era contraddistinto dal sapermi indicare quale linea politica seguire in tutti i casi dubbi (ogni volta che dubito, basta capovolgere tutto quello in cui Ferrara crede), aveva però dalla sua gli articoli della Soncini a migliorare il tutto, e la fogliata di libri non era male, e la rubrica sul cinema anche, e insomma: ogni tanto c'era pure un articolo bello, e quand'è l'ultima volta che ho letto un bell'articolo su R2 o sul corriere o sul domenicale del Sole o sull'inserto dei libri di Repubblica?
Progressivamente però il Foglio è peggiorato, e chi non l'ha mai letto non può credere davvero che ciò sia possibile, ma così è, in effetti, e non solo perché l'amore folle che Ferrara ha per il cristianesimo nella sua versione più teutonica.
Che il Foglio e Ferrara abbiano idee sideralmente lontane dalle mie lo considero segno della mia sanità mentale, ma questo è giusto, è normale, e mi divertiva anche, un tempo. Le cose che del Foglio ultimamente mi seccano sono (in primis, le liste esaustive non mi convincono) una nell'ordine del contenuto, e l'altra di forma.

L'intera redazione del Foglio, e buona parte dei suoi collaboratori occasionali sono dei Casti Maniaci Sessuali.
Una delle spiegazioni che ho provato a darmi è che con lo scopare a loro sia capitato quello che a quasi tutti capita col vino: fino a una certa fase - diciamo alla metà dei vent'anni - ti ubriachi di quel che capita, dal tavernello al gotto d'oro, dal vino del contadino a quello quasi aceto dimenticato in frigo. Poi inizi a scegliere con cura, perché se ti ubriachi di tavernello il mal di testa ti perseguita per giorni, e lo stomaco in subbuteo eclissa il divertimento del giorno precedente, e inizi a dire che i giovani non capiscono la cultura del vino, che è una cultura fatta di limitazioni, rispetto, amore, che a bere così a casaccio solo per divertimento si perdono ciò che veramente è importante, si fanno del male e che il vino così non c'entra niente con la cultura dei nostri nonni**. Quindi, se il discorso "se scopate tanto e vi divertite, allora non vi state divertendo, non sapete quanto è bello scopare si ma poco, con tanta castità prima dopo e durante, col vedo non vedo - ma meno vedo meglio è, fino a quando non arrivate a percepire l'estrema sensualità dell'astinenza pressoché assoluta" avesse la stessa matrice psicologica di quelli che il vino bisogna berne massimo un bicchiere, e a piccoli sorsi che se ti ubriachi allora che gusto c'è? (c'è il gusto che se non volevo ubriacarmi bevevo il succo dell'ananasso, direi a margine).
Comunque: quasi ogni numero del Foglio ha uno o più articoli in cui insomma si fa presente che chi lo fa troppo e troppo facilmente svilisce il gesto, non lo assapora, e così uno lo riduce a una cosa meccanica che poi ti lascia vuoto dentro, che non era così che prima dell'attuale dominio della carne esibita e della femmina castrante (questa è un'altra paranoia del Foglio, che le donne rivogliono l'omo che le pigli a cazzotti, tesi già sviluppata da Marco Ferrandini e portata a compimento dagli Elii), e che i nostri nonni pigiavano l'uva delle loro carni per trarne vini sessuali più squisiti.
Ecco, questa tesi, a cui vengono dedicati un articolo al giorno, un paio nell'edizione del sabato e riferimenti frequenti in articoli che magari parlano del cazzobuffo (questo sabato: nell'articolo sulle biciclette, ma la cosa più gustosa era l'assunto di partenza - nell'articolo dedicato esplicitamente al sesso - che Onfray non possa che annoiarsi a fare sesso perché, poverino, è ateo) mi indispone. Passi definire le encicliche di Ratzinger capolavori degni del premio Nobel (ci devono essere delle categorie che mi sfuggono): rompere così tanto le palle perché hai deciso che a sessant'anni non ne vale la pena o magari non ci vuoi più provare e comunque, come si faceva una volta era meglio - beh, questo è imperdonabile. Mi leggo Philip Roth, nel caso, che almeno è onesto e da la colpa alla prostata, come io do la colpa al mio stomaco per la mia rinunzia al gotto d'oro rosè.

(Tra parentesi: al Foglio si sono convinti di essere tutti una specie di Mordecai Richler, e affettano un barneysmo che ignora che non basta dire una roba spiacevole per essere fighi e coraggiosi, ma quella cosa spiacevole deve anche essere, se non vera, almeno intelligente, altrimenti sei il Ministro delle Riforme)

La questione di forma, e qui sarò breve che domani mi devo alzare presto e il punto uno mi ha preso la mano: tutti - e dico tutti - gli articoli del Foglio del sabato sono scritti da autori diversi e si sente (per quanto Ferrara, in certi suoi inconfessabili sogni, forse si vede un po’ Karl Kraus o al peggio Mark Twain), ma ci deve essere un ur-editor (che immagino con gli occhi azzurri, grasso e con una un tempo fiammeggiante barba rossa) che prende tutti gli articoli e senza tagliare nulla prende i diversi paragrafi e li mischia, poi toglie tutti i collegamenti logici, mette tutti i tempi in forme infinite e quelli che non può all'imperfetto, e già che c'è infila qui è lì un po’ di santi e di mistici, e qualche insulto a Veronesi, che ci sta sempre bene (sempre nell'articolo sulle biciclette, un capolavoro, nel suo genere) perché sono convinto che sebbene poi Ferrara sia l'unico a non scrivere così, Ferrara è convinto che così scrivono gli scrittori veri, che gli sfavillanti elzeviri che pubblica debbano essere altro che versioni calassate delle sue idee.

(Intanto domani cedo alla tentazione di vedere come è il primo numero del Fatto.)


*non da modello, no.

**mio nonno metteva SEMPRE il vino rosso in frigo, e se avesse visto un sommelier gli avrebbe esploso contro come minimo un paio di cazzotti, se non qualche colpo con la luger P08 che leggende familiari dicono avesse riportato come trofeo dal fronte.

giovedì 17 settembre 2009

la frase che mi ha cambiato la giornata

(sto, probabilmente, per cambiare di nuovo un pò di cose nella mia vita, per fortuna mi è stata donata una considerazione assolutamente geniale e dirimente ogni mio dubbio residuo:)

"meglio un uovo da covare che una gallina in menopausa, no?"

mercoledì 16 settembre 2009

Panacea


La parte meno disdicevole della filosofia politica del Partito delle Libertà fa proseliti, in quel di Colico.

lunedì 14 settembre 2009

faccine


lo dicevo io che le faccine sono uno dei modi in cui la perversità dell'animo umano è più libera d'esprimersi.

(foto fatta nella stazione di Colico, di ritorno dalla festa dei Crotti)

sabato 12 settembre 2009

una domanda che mi faccio da quando ancora respirava

A parte il rispetto che si deve ai morti, ma qualcuno mi sa dire perché dovevamo farlo senatore a vita?
(a parte la somma abilità con cui all'epoca deterse il deretano del sommo presdelcons.?)

venerdì 11 settembre 2009

twin lady is playing in the house


ho sfidato la sorte, mi sono tolto tutta la barba dopo un anno e mezzo (avevo bisogno di rivedermi) ma l'ispirazione del momento si è scontrata contro l'assenza in casa di rasoi degni di questo nome. Ho violentato tre bic twinlady, impossibilitato ad andare in giro con mezza barba fatta per comprare dei rasoi che funzionassero.
Care utenti femmine: lasciatevi dire che venite sistematicamente truffate: i vostri rasoi sono tra le cose peggio progettate di sempre: non tagliano nulla tranne la pelle (e io che mi chiedevo come mai vi tagliaste così spesso a farvi due peli sulle gambe) e hanno persino il manico liscio (così se hai la mani bagnate ti scivolano per bene). Noi maschietti veniamo gabbati con il moltiplicare folle delle lame (a quanto siamo arrivati? cinque? sei?), ma voi pagate per tagliarvi.
Con sprezzo delle
mie tasche e fiducia nella mia voglia di portarmi in giro un coso pesante un paio di chili, ho comprato Infinite Jest di Foster Wallace: le prime trenta pagine sono anche divertenti, ma temo non sia possibile che la cosa continui per le restanti 1250. Vi saprò dire.

martedì 8 settembre 2009

unbirthday what!?


Venerdì avevo un corso di formazione in azienda e con grande senso del dovere avevo anche messo la data e deciso di prendere appunti. Da qualche parte, in un qualche momento (molto presto, comunque) la mia bic anni 70 a ben quattro colori ha preso un altra strada.
Pazienza, comunque hanno detto che ci mandano un riassunto di quanto detto, via mail.

lunedì 7 settembre 2009

dipendenze schisce

non ce la faccio, almeno una volta al giorno, a non riascoltare ossessivamente l'IVR in dialetto del comune di Como.
Schiscia el buttun deu! (si scriverà così?)

giovedì 3 settembre 2009

like a sausage recipe with footnotes

In questi giorni ascolto i Dinosaur Jr, ché l'undici c'è il concerto e forse - forse - ci vado. Mi sembra strano ascoltare dei dischi con gli assoli di chitarra, e divertirmici anche. Mi sembra di essere tornato a quando avevo quindici anni ed ero il peggiore chitarrista del globo. Voglio dire: l'unico assolo che mi sia mai sembrato facile in vita mia è stato quello di Smells like teen spirit.
In questi giorni, tra l'altro, mi ha un pò ferito l'agnizione che, in una scala relativa al talento musicale, Ringo Starr si trova da qualche parte tra me e John Lennon.
Capite? Ringo Starr. Talentuoso, rispetto a me.
Intanto, soprattutto in metro, mastico poesie sul cibo. C'è ne una molto fresca e molto estiva sul pomodoro:

Il pomodoro è un'altra cosa
interiora non ne ha
pomodoro - pomodoro
fino alla pomodorità
fuori pomodoro - rosso! -
dentro pomodoro - ma coi semi
il pomodoro è complicato -
[o siamo noi che siamo scemi]

Da domani affianco il lavoro sulle réclames a quello principale sui reclami: vedremo. Intanto la mia poesia sul dash non ne vuol sapere di farsi completare.
Ho letto Pastorale Americana per evitare di rifarci gli incubi. L'ho trovato più intelligente che bello, ma se mi viene in mente un giudizio del genere vuol dire che non mi è sembrato granché da entrambi i punti di vista. Ada del signor Nabokov, per dire, mi è piaciuto moltissimo: ha parti insopportabilmente belle e parti semplicemente insopportabili: ma non mi verrebbe mai di dire che è più bello che intelligente. Avrei paura della vendetta dello spirito dannato del signor Nabokov, che per ora si premura di passarmi ogni settimana i numeri del lotto (tutti sbagliati, ovviamente).
Non mi riesce di appassionarmi alle polemiche di fine estate: dopo le avventure del premier-puttaniere qualsiasi rivelazione su Boffo mi sembra rilevante quanto la rubrica che teneva la Palombelli sul TG5.
Anche le primarie del PD non riescono ad appassionarmi.
Devo trovarmi un altro hobby, la politica italiana mi diverte meno di un tempo. Devo diventare amico con qualcuno che fa le ronde, sono curioso di sapere come parlano, voglio dei documenti (mail, conversazioni su msn, bigliettini) scritti da loro. Prima però devo perdere l'accento tosco-pugliese, ché in queste condizioni l'unico ruolo in cui mi accetterebbero sarebbe quello di vittima.
Ho sonno, costantemente, e mi addormento in metro, tanto scendo al capolinea.

domenica 30 agosto 2009

Sad Kermit

Kermit, per ovvie ragioni, è sempre stato uno dei numi tutelari di questo blog.
Ma ora che ho scoperto la sua carriera musicale con lo pseudonimo di Sad Kermit ( e quando mai Kermit è stato felice?), qualsiasi altro personaggio totem è passato in secondo piano.


sabato 29 agosto 2009

obbedisco!

Devo dire che di queste domande non me ne frega quasi niente, ma quando un lettore mi chiede di partecipare ad un'iniziativa, e la cosa oltrechè trovarla giusta non mi ripugna neanche un po', perché disattendere le sue richieste? L'iniziativa è quella di ripubblicare (tutti, anche quelli a cui lo stile giornalistico di Repubblica fa un onco) le dieci domande appena querelate dal premier come protesta al fatto stesso che si pensi possibile querelare delle domande. L'unico dubbio che ho è che a me pare che il silvione nazionale si sia dato la zappa sui piedi, a far causa a Repubblica. MA forse non ci capisco niente io. Ecco qui, per chi ancora non le avesse lette, le fatidiche dieci domande. Risposte gradite nei commenti, grazie.

  • 1. Quando, signor presidente, ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo d’incontrarla e dove? Ha frequentato e frequenta altre minorenni?
  • 2. Qual è la ragione che l’ha costretta a non dire la verità per due mesi fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi prima di fare due tardive ammissioni?
  • 3. Non trova grave, per la democrazia italiana e per la sua leadership, che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità politiche le ragazze che la chiamano «papi»?
  • 4. Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008 e sono decine le “squillo” che, secondo le indagini della magistratura, sono state condotte nelle sue residenze. Sapeva che fossero prostitute? Se non lo sapeva, è in grado di assicurare che quegli incontri non l’abbiano resa vulnerabile, cioè ricattabile – come le registrazioni di Patrizia D’Addario e le foto di Barbara Montereale dimostrano?
  • 5. È capitato che “voli di Stato”, senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?
  • 6. Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiamo compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese e i nostri alleati che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto che ridimensionano la sua autonomia politica, interna e internazionale?
  • 7. Le sue condotte sono in contraddizione con le sue politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?
  • 8. Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E, se lo esclude, ritiene che una persona che l’opinione comune considera inadatta al Quirinale, possa adempiere alla funzione di presidente del consiglio?
  • 9. Lei ha parlato di un «progetto eversivo» che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?
  • 10. Alla luce di quanto è emerso in questi due mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?

venerdì 28 agosto 2009

Arctic Monkeys "Humbug"


(Giusto perchè ultimamente ho consigliato dischi da vecchiardo -
a parte Brunori SAS, che è invece molto hype de noartri - ora vi parlerò di una cosa molto da gggiovani)

Gli Arctic Monkeys è il terzo disco non brutto che fanno: è quasi un record, altri gruppi
al posto loro si sarebbero già orientati sulla ciofeca o sul capolavoro: loro no, fanno dischi bellini, magari
non indimenticabili, ma che per un pò girano volentieri nelle orecchie. A quest'ultimo manca il
batterismo di quello precedente, a favore di un mid-tempo generale e di suoni e atmosfere più cupe.
All'inizio (come capitò per Antics degli Interpol, altro terzo disco rallentato e approfondito di una band
che fa cose carine ma ancora - o mai - capolavori) sembra tutto piuttosto monotono, e da anche l'impressione
che davano i walkman a cassetta quando si scaricavano le pile: suoni profondi, voci strascicate e chitarre
con riverberi favolosi: poi - ma ci vogliono più ascolti, e un disco degli arctic monkeys che pretenda
più ascolti è già una novità di per sè - si scoprono molte sfumature, tutte più o meno alla stessa velocità
ma più profonde. E questo disco - siamo al quarto ascolto, non pensavo nemmeno d'arrivarci - non è affatto
male. (tra l'atro, se non sbaglio è prodotto da Josh Homme -sono troppo pigro per verificare ora, poi
magari rettifico - e nei suoni di chitarra e negli hammond occasionali la mano del brav'uomo si
sente tutta)


lunedì 24 agosto 2009

Brunori SAS - "Guardia 82"


Credo sia il primo cantautore calabrese che mi capiti di ascoltare, e mi piace molto.
Da seguire (il disco, Brunori SAS vol.1, intitolato come si intitolavano i dischi quarant'anni fa) ancora
non l'ho ascoltato, ma va bene così.
Per ora ha già fatto uina canzone che mi piace, di quanti cantautori calabresi posso dirlo?

ah, qui c'è tutto il disco in streaming, se vi va.

domenica 23 agosto 2009

Micah P. Hinson


Non è proprio la cosa più estiva che mi venga in mente, ma buona parte di questo solitario e lavorativo agosto milanese è stata allietata prima dal suo ultimo disco, e ora da questo (Micah P. Hinson and The opera Circuit). Belli belli, mi sa che sto diventando vecchio, che sta roba qua mi piace così tanto (ma già che mi piacessero i Lambchop era un indizio)

sabato 22 agosto 2009

Poesie in forma di nota /7

(Ero in metro:

Non potevo azzardare cose sconce*)

Ho disegnato

una piccola parte:

Qualcosa che solo a me poteva ricordare

La curva del tuo seno


È stata un'estate di romanzi russi** , d'Ade e ardori, [d'afe e d'afrori:

ho dormito poco e male

Lottato col lavoro e le zanzare]

E molte cose che non lo erano mai state

sono diventate terribili e romantiche,

Persino ricordarmi che non mi riusciva di prendere confidenza col tuo corpo

- Che mi rispondevi "certo"

Quando ti chiedevo se ti andava

[Se ti andava ancora].



*(C'era una che guardava, proprio in mezzo alla pagina dove ti disegnavo:

Si chiedeva cosa mai avessi da scrivere,

Oppure semplicemente aveva sonno:

Erano le sette e mezzo del mattino. Ti ho trasformata nel muso di un cane,

per ingannarla o per svegliarla - in ogni caso -

Ed è stato facile,

Ma ora ho un cane in mezzo ad un quaderno

Che non c'entra niente

e che non volevo disegnare)


**Licenziosi, certo, un'orgia di Ilic e patronimici,

Di ricchezze e prestazioni inverosimili

Di sentimenti così forti che davvero mi stancherei a provarli,

Senza uno scrittore che per me faccia il grosso del lavoro,

Pigro, pigro come sono.


Una delle mie canzoni preferite dell'anno scorso, e ora che uno si è degnato di farne un video-sega, non potevo non postarlo. Adoro anche il testo, anche se ci capisco poco (forse l'adoro per questo).


Andrew Bird "Tenuousness"

Tenuous at best was all he had to say when pressed about the rest of it,
the world that is
from proto-Sanskrit Minoans to porto-centric Lisboans
Greek Cypriots and and Hobis-hots
Who hang around in ports a lot

Here's where things start getting weird
While chinless men will scratch their beards
Tool their minds to sharpened axes
Brush up on the Uralic syntaxes
Love of hate acts as an axis
Love of hate acts as an axis
First it wanes and then it waxes

(So procreate and pay your taxes)

Ten you us ness less seven comes to three
Them you us plus eleven
Thank the heavens for their elasticity
And that's for those who live and die for astronomy

When Coprophagia was writ
Know when to stand know when to sit

Can't stand to stand can't stand to sit and who would want to know this
Click click click

Who wants to look upon this pray tell

Tenuousness less seven comes to three
Them you us plus eleven
Comes just shy of infinity
And that's for those who live and die for numerology

giovedì 20 agosto 2009

Settecervelli /2 "The Love song of Alfredo G. Settecervelli"

il numero 4 di Cartastraccia è in giro (cercatelo!), e quindi, rendo pubblico il secondo Settecervelli. Se il letargo estivo finisce, prima o poi arriveremo al tre, "Hueco mundo".

martedì 4 agosto 2009

il figo definitivo ovvero il potere delle pentatoniche

World Science Festival 2009: Bobby McFerrin Demonstrates the Power of the Pentatonic Scale from World Science Festival on Vimeo.

(Visto su Wittgenstein)

Rattazzo Special

Un pò di cavoli miei, che è un pò che non ve ne racconto:
è un periodo che perdo le cose e me le ritrovano, me le conservano, mi chiamano per ridarmele. finora ho perso e recuperato il portafoglio (intonso, ripieno quando me l'hanno ridato come quando l'avevo perso, o meglio: quasi-vuoto come quando l'avevo perso, ma con dentro reperti preziosi tipo lo scontrino di un caffè a fine marzo a cui tengo, sei ticket restaurant smezzati, monetine di rame a pioggia e la tessera della feltrinelli), un libro non mio e di cui ero alle ultime 15 pagine (Le Sirene di Titano, di Vonnegut, che non è bellissimo ma magari le ultime 15 pagine avevano dentro chissà che rivelazione) (non ce l'avevano, in effetti), il mio cellulare, perso dopo un Rattazzo special ( o meglio dopo due negroni, una birra da 66 e un Rattazzo Special) (un Rattazzo special è un Negroni con in un più l'amaretto di Saronno, e sembra buono ma ha dato una tinta un pò seppia a tutto il giorno seguente) nel parco di fianco al Rattazzo stesso, in cui l'alcool veniva consunto mentre il mio karma si riequilibrava dando me stesso come nutrimento alle zanzare;
é un periodo in cui storco le chiavi, le rimetto nelle toppe, le raddrizzo e funzionano, anche se a guardarle bene sembrano sghembe;
è un periodo che quando faccio le cazzate mi va bene, e siamo tutti contenti;
è un periodo che passo per maschilista, che le lesbiche (una lesbica, in realtà, che si coalizza con se stessa) mi si coalizzano contro, e che a me per contro viene di fare discorsi à la cazzo, partendo dalla concezione dello sperma in Aristotele per finire alle valenze sessuali del gioco del tetris (poesie in forma di nota 7, per chi fosse interessato), giusto perchè se mi si cuce un personaggio addosso poi mi diverto a farlo per bene, come nemmeno chi non ha capito un cazzo di me sarebbe mai capace di immaginare; ma come al solito me ne stanco così presto...;
è un periodo in cui mi rendo conto che del mondo del calcio non so veramente niente, che i miei colleghi parlano di calciomercato e io ci metto un pò persino a capire di che parlano, e ci arrivo soltanto perchè la metà dei nomi è brasiliana e o parlano di calcio o parlano di trans, ma i nomi sono tutti di maschi;
è un periodo che ancora non ho ben capito che cazzo ci faccio d'estate a Milano, ma l'anno scorso ero a Greeenock, e alla fine tutto questo non è poi così strano.