lunedì 17 maggio 2010

l'osservatorio sulla stampa nazionale propone: speciale santificazione











Ho recuperato per voi dalle prime pagine di libero la progressiva beatificazione di Silvio Berlusconi.
Mi piace molto il SILVIO SANTO E GUERRIERO (con tanto di riccioli d'oro) e naturalmente SILVIO RISORGE IN TRE GIORNI.
Mi fa molta paura invece la vignetta con Ratzinger. No, davvero, mi terrorizza.




l'osservatorio sulla stampa nazionale propone


Titolo di ieri (in prima pagina) su quel capolavoro pop che è Libero

"Mi hanno fatta denudare perché ho pubblicato i verbali su Bertolaso".

Uno si immagina chissà che violenze, vicoli bui e sgherri assoldati dalla sinistra becera e sessista. Invece pare di capire che si tratti di una semplice perquisizione. Grande il titolista!
(ah, è molto bella anche la faccia di Bertolaso che pare commentare il denudamento)

domenica 16 maggio 2010

Poesie in forma di nota /17

È faticoso e indelicato ricordare l'anno

(non sono come Marco, d'altra parte, non ho gli annali sempre sottomano)

(solo correlazioni vaghe con il lavoro e la casa e i dispiaceri del momento)

ma in quei tempi

non ti avevo resa ancora una specie di rimosso

(non mi sarebbe dispiaciuto reincontrarti

trasformata in qualcos'altro,

in sogni che comunque quasi mai ricordo).


Non le distinguo quasi,

Le inaccurate notti e solitarie

E le solitarie, e necessariamente solitarie seghe*.

E anche se non ti pensavo sempre - non devi spaventarti - ogni tanto facevi capolino

E ti adattavi a intrecci molto semplici, a stravaganze ginniche e morali.

io conducevo storie prive di svolte narrative interessanti;

Il lieto fine era inevitabile,

ed era bello fosse prevedibile.


* (Per addormentarmi)

Poesie in forma di nota /20

La fase afasica - di cui però posso parlare

Consiste - grossomodo - in questo:

Nell'inserire una parentesi via l'altra

Quantificatori delle cose che

È necessario dirti -

- tra l'altro: che tu non ti illuda che io

sia un entusiasta -

Parentesi che si accumulino* fino a quando

Non le salterai magari

Pensando che così proprio non puoi leggerle**


))))))))))))))))



* e note a piè di pagina

Per farti perder fiato

(Un a soluzione alternativa e debole

Al ritmo che non ho trovato)


** abbastanza in ogni caso

perché tu non le prenda per faccine

Poesie in forma di nota /10

Il sogno è uno di quelli soliti

(O. e C. ci vedono:

sottofondi sessuali e insoddisfazioni personali):

di crepe nei muri e di lenzuola a fiori sui balconi

di condomini altissimi e un chiosco di giornali

nello spiazzo dove c'è ora la rotonda

(Pino Sopraffino, il giornalaio,

ero convinto vivesse lì, e io ci compravo i libri, e il mio primo porno, che era giapponese, e ora ci portano a pisciare i cani) (e a baciarsi le coppiette)

(E quello spazio teoricamente evita incidenti, comunque poco gravi - a quell'incrocio non c'era morto mai nessuno, d'altra parte non c'è niente,

nessun posto in cui andare, non c'è ragione d'affrettarsi,

una pizzeria, un supermercato che hanno appena aperto - brutto, ma mia madre dice costa poco)

(E ci abita gente che conosco, intorno a quella rotonda,

tutti figli di gente che lavorava all'Italsider, ma anche l'unico delinquente o quasi che ho avuto per amico - invece che per cugino

- andavamo d'accordo, in seconda elementare - il che forse fa di lui solo un teppista, aveva sette anni -

E con me era gentilissimo,

Solo che una volta - giocavo a pallone nel campetto sotto casa sua -

Provò a tirarci - a me e ai miei compagni di squadra -

bottiglie di birra vuote in testa - gli sarà sembrato divertente, ma non sapeva che giocavo in quella squadra - dopo un po’ abbiamo anche smesso d'essere amici, ma non mi ricordo come, forse ha cambiato scuola - scrissi un tema molto bello, su tutta la vicenda).

E nel sogno le campagne

si aprivano alle spalle dei palazzi*:

Le case popolari come ritratte e concentrate

contro la sterpaglia che riconquistava spazio.


* come nella realtà, ma ancora più incoerenti

E forse le campagne erano anche fra i palazzi

E per andare da uno all'altro bisognava riconoscere i sentieri

Schivare i cani randagi

E arrampicarsi

venerdì 14 maggio 2010

The National "High Violet"


L'unico problema di questo disco è che tre anni fa i National ne hanno fatto un altro che a tanta gente (incluso il sottoscritto) è piaciuto troppo.
Per questo avevano assicurato la svolta "pop and fun", e da questo punto di vista "High Violet" è un fallimento totale.
Certo, un pò più pop è: le canzoni sono un pò meno tirate, e si basano meno su quel genio del batterista (che lì, sullo sfondo, continua comunque a fare cose bellissime). E le linee melodiche sono probabilmente ancora più belle di quelle che tenevano su le canzoni di Boxer e il suono, anche se meno diretto e brillante è più stratificato e complesso (io è una settimana che mi scopro a pensare: "toh, e questa chitarra quando ce l'hanno aggiunta?" dopo un ennesimo ascolto della stessa canzone).
Dimenticavo: volete sapere che genere fanno? (ODIO questa domanda). E' rock. Rock da post-trentenni, probabilmente. Il che non vuol dire che sembrino i TOTO o gli Scorpions (se qualcuno si ricorda quell'orripilanza che andava sotto il nome di Adult Oriented Rock, mi capirà): vuol dire che non parla di ragazzini, di angst nella cameretta, ma di angst a doversi mettere la cravatta, a pagare un muto, a dover tornare nel paese in cui sei cresciuto e da cui sei scappato. Probabilmente è ancora meno eccitante della sofferenza da emo nella cameretta di casa con i tuoi genitori di là che non capiscono perché ti ostini a portare i capelli così, tutti schiacciati da un lato e tutti ingellati e a punta dall'altro, ma diciamo che mi sembra meno ridicolo. E la musica che accompagna il tutto è magnifica, comunque (a differenza di quella che accompagna i dolori dei giovani emo).

I testi forse (me l'ha fatto notare E., che si è presa anche la briga di trascriverli) sono meno compiuti (più immagini e sensazioni che microracconti come in bozer, per quanto anche lì le storie raccontate fossero ben poco compiute), ma io continuo a trovarci dentro delle genialate improvvise, e soprattutto nessun verso imbarazzante.
Già questo, dato lo stato odierno della sacra arte di scrivere i testi per le canzoncine, è molto più di quello che è lecito aspettarsi.

Esempi, e poi chiudo:
"With my kid on my shoulders I try
Not to hurt anybody I like
But I don't have the drugs to sort,
I don't have the drugs to sort it out, sort it out" (Da "Afraid of Everyone")
oppure 2 distici da "Conversation 16":

"I figured out what we're missing
I tell you miserable things after you are asleep"

"It's a Hollywood summer
You never believe the shitty thoughts I think"
la stessa canzone, d'altra parte, ha il seguente chorus (che trovo bellissimo, e non riesco a immaginare nessun'altra band sulla faccia della terra capace di musicare una roba del genere e non sembrare ridicola):

"I was afraid, I'd eat your brains
I was afraid, I'd eat your brains
'Cause I'm evil
'Cause I'm evil" (Conversation 16)
E comunque è un disco che ha il coraggio di chiudersi con questa frase:
"I'll explain everything to the geeks"
(Vanderlyle Crybaby Geeks)

azioni e reazioni

ho aggiunto, come potete vedere, le "quick reactions" alla fine di ogni post.
Sono però indeciso sulle reazioni possibili: mi piacciono molto (e me ne aspetto tante) "uffa" e "bah", e di sicuro lascerò "mièpiaciuto" (non si sa mai).
per gli altri campi sono indeciso.
Any suggestion?

Mark Lanegan, a Milano




Ieri sera sono andato a vedere Mark Lanegan in acustico ai Magazzini Generali: c'era inaspettatamente un sacco di gente, e neanche così attempata come credevo. Il porchettaro (anzi: i porchettari) notturni non riuscivano a credere alla loro fortuna.

Mark Lanegan è tornato brutto e sporco: camicia a maniche lunghe a nascondere orridi tatuaggi, capelli medio lunghi, di quella lunghezza che non si può guardare (il caschetto horribilis che di solito i metallari sperimentano durante il liceo, e che di solito dà vita a ridicoli tentativi di codino), orribile pizzetto e guance scavate.
Neanche l'ombra di un sorriso durante l'intera esibizione.
Bene: Mark Lanegan da sfatto funziona molto di più che da para-contento.
(Lo ammetto: sono qui che spero che Will Oldham si lasci con la tipa che evidentemente lo sta tirando su di morale negli ultimi 5 anni e rifaccia almeno un altro disco DISPERATISSIMO).

(Mi sento un po' una merda ad augurare un pò di disperazione e solitudine ai miei cantanti prediletti, ma è anche colpa loro, se non riescono a fare musica allegra decente)

giovedì 6 maggio 2010

mercoledì 5 maggio 2010

Poesie in forma di nota /13

Mio padre è fatto di congiunzioni causali ben precise

Di nessi logici scoperti, di connessioni d'assi e chiodi.

E nei sogni è quasi identico

(ma nell'ultimo era più basso:

ci litigavo e lui sembrava un nano

e al posto della mano

aveva tre ossa spezzate

(gli uscivano dal polso) e mi diceva

"si è spaventata, tua madre, ma non è successo niente"

e prima di svegliarmi ho smesso,

non sono più riuscito a urlargli contro).


*ed è la vibrazione che trasmette il moto:

la struttura** ha già dimenticato i colpi


**grata d'essere ancora in piedi

Cosmic Dave

Stasera devo lavoricchiare: niente di pesante, più che altro dovrei avere un colpo di genio, ma così a comando non è che me ne vengano troppi (neanche spontanei, va detto).

Grazie alla replay TV di Fastweb, però, mi sono guardato ben mezza puntata della nuova serie di "Misteri", su Italia Uno, e la parola "trash" ha per me ora un nuovo significato: basterebbe la conduzione di Raz Degan e il suo tentativo di parlare della fisica quantistica, oppure lo scambio di battute con quello calvo che prima era nelle iene a proposito di ricerca spirituale e valore simbolico della sindone (anche se è un lenzuolaccio del tredicesimo secolo).

Il migliore dei servizi che ho visto è stato però il primo, quello sui crop circle. In codesto servizio venivano intervistati un sacco di "ricercatori", tutti convintissimi nel dire che i crop circle non sono robe che è possibile siano state fatte dagli uomini, che sono troppo perfetti, che ci uniscono a una visione metafisica e spirituale dell'universo (questo passaggio dal "l'hanno fatto gli alieni" a "dobbiamo essere più spirituali" non era ben spiegato, come se anche gli alieni non fossero di ciccia). Insomma, tutti i ricercatori, tutti convinti che i cerchi nel grano siano stati fatti da alieni o da entità paranormali.
Solo intorno alla metà del servizio, la voce del narratore diceva "I sostenitori dei cerchi nel grano, che amano farsi chiamare ricercatori..."
A parte i "ricercatori", comunque, altri due testimoni parlavano a favore dei cerchi nel grano: un tizio che di mestiere fa il "guaritore professionista" e un punkabbestia sotto acido che ha parlato per un paio di minuti di spiritualità e di sfere di luce.
Il suo nome, stando alle scritte in sovraimpressione di Mistero, era COSMIC DAVE.
E con quel nome lì, è riuscito a convertirmi.

Ci troviamo ai cerchi nel grano, fratelli.

martedì 4 maggio 2010

The National: "Terrible Love" e"Anyone's Ghost"






BOXER dei The National è stato uno dei dischi che più mi sono piaciuti negli ultimi anni.
Del nuovo disco ne parlerò non appena mi sento in grado. Ma è bellissimo, comunque. Qui un appetizer, da Pitchfork.