venerdì 23 dicembre 2011

Risus abundat in ore stultorum


NON CI RESTA CHE PIANGERE – ITA 1985, 113’. Regia di Roberto Benigni e Massimo Troisi. A questo film è legata una delle più belle risate che mi sono fatto da piccolino, precisamente alla scena della dogana ( Ehi?! Chi siete?! Quanti siete?! Cosa volete?! Un fiorino!! ) e dunque caro mi è. Me lo sono andato a rivedere e sono rimasto sorpreso intanto di ridere ugualmente moltissimo, magari per cose che mi ero dimenticato, e poi di trovare un film bello anche da vedere, da seguire. Benigni e Troisi assieme sono favolosi, da mettere nella storia evolutiva dell’uomo. La storia comincia con questi due amici, “colleghi” ( uno è insegnante, l’altro bidello nella stessa scuola ), che aspettano davanti al passaggio a livello di un posto fuori porta, e che stufi dell’attesa cercano un’altra strada; la benzina finisce e mentre scendono dalla macchina per cercare aiuto vengono sorpresi da un temporale. Trovano una casa dove passare la notte e all’indomani si risvegliano nel 1492, “quasi Mille-cinque”. A Frittole. A Benigni viene in mente di fermare Cristoforo Colombo, ufficialmente per impedire la “scoperta” dell’America e lo sterminio degli Indiani, sotto sotto perché quello che ha mollata la su’ sorella l’è americano.



IL RITORNO DI CAGLIOSTRO – ITA 2003, 100’. Regia di Daniele Ciprì e Franco Maresco.È il primo film che vedo dei due, e non conosco neanche Cinico tv o altri lavori, e sono strani forte. Passano dalla trivialità pura a scenette surreali mentre scorrono sullo schermo i personaggi più improbabili. È il finto racconto delle vicende della “Trinacria Cinematografica”, la Hollywood siciliana che negli anni ’50 produsse i meglio film che si potevano produrre. Fino all’ultimo, indimenticabile, “Il ritorno di Cagliostro”. Tutto viene raccontato come un reportage dei giorni nostri sul ritrovamento della pellicola di detto film, con interviste ai critici e ai superstiti dell’impresa. Le riprese della lavorazione del film, il backstage, e la storia dei fratelli La Marca scultori artigiani che sognano di fare il cinema, assoldati dal Cardinale Sucato ( dietro a tutto c’è Lucky Luciano ). Si possono fare film di qualità come fossero film di serie b o zeta, prendendo per il culo forse il cinema italiano e regalando cartoline eterne di squallore comico.

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